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Piste

“La coca è la droga performativa. Con la coca puoi fare qualsiasi cosa. Prima che ti faccia esplodere il cuore, prima che il cervello ti vada in pappa, prima che il cazzo ti si ammosci per sempre, prima che lo stomaco diventi una piaga suppurosa, prima di tutto questo lavorerai di più, ti divertirai di più, scoperai di più. La coca è la risposta esaustiva al bisogno più impellente dell’epoca attuale: l’assenza di limiti. Con la coca vivrai di più. Comunicherai di più, primo comandamento della vita moderna. Più comunichi più sei felice, più comunichi più te la godi, più comunichi più commerci in sentimenti, più vendi, vendi di più qualsiasi cosa. Più. Sempre di più.”

“Zero Zero Zero”
di Roberto Saviano

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Vieni ma vattene

“Quand’ero piccola trascorrevo il tempo delle sue assenze ad aspettarla in cucina, dietro i vetri della finestra. Smaniavo perché riapparisse in fondo alla via come una figura in una sfera di cristallo. Respiravo sul vetro appannandolo, per non vedere la strada senza di lei. Se tardava, l’ansia diventava così incontenibile che debordava in tremiti del corpo. Allora scappavo in un ripostiglio senza finestre e senza luce elettrica, proprio accanto alla camera sua e di mio padre. Chiudevo la porta e me ne stavo al buio, a piangere in silenzio. Lo stanzino era un antidoto efficace. Mi ispirava un terrore che teneva a bada l’ansia per la sorte di mia madre. Nel buio pesto, soffocante per il ddt, ero aggredita da forme colorate che mi lambivano per pochi secondi le pupille lasciandomi senza fiato. «Quando torni, ti ucciderò» pensavo, come se fosse stata lei a lasciarmi chiusa lì dentro. Ma poi, appena sentivo la sua voce nel corridoio, sgattaiolavo fuori in fretta per andare a girarle intorno con indifferenza.”

L’amore molesto
di Elena Ferrante

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A sinistra

“Un graduato delle SS ci venne incontro, il manganello in mano. Ordinò:
– Uomini a sinistra! Donne a destra!
Quattro parole dette tranquillamente, con indifferenza, senza emozione. Quattro parole semplici, brevi. Ma fu l’istante in cui abbandonai mia madre. Non avevo avuto neanche il tempo di pensare che già sentivo la pressione della mano di mio padre: restammo soli. In una frazione di secondo potei vedere mia madre, le mie sorelle, andare verso destra. Zipporà teneva la mano della mamma. Le vidi allontanarsi; mia madre accarezzava i capelli biondi di mia sorella, come per proteggerla, mentre io continuavo a marciare con mio padre, con gli uomini. E non sapevo certo che in quel luogo, in quell’istante, io abbandonavo mia madre e  Zipporà per sempre. Continuavo a marciare. Mio padre mi teneva per mano. Dietro a me un vecchio crollò per terra. Accanto a lui una SS rimetteva la rivoltella nella fondina.
La mia mano si stringeva al braccio di mio padre. Un solo pensiero: non perderlo. Non restare solo”.

La notte
di Elie Wiesel

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Actions for the future

“A lot of people, especially this one psychoanalyst guy they have here, keeps asking me if I’m going to apply myself when I go back to school next September. It’s such a stupid question, in my opinion. I mean how do you know what you’re going to do till you do it? The answer is, you don’t. I think I am, but how do I know? I swear it’s a stupid question”.

The catcher in the rye
by J.D. Salinger

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